Auto elettriche: la rivoluzione ecologica non si ferma

In questi giorni si sta svolgendo a Ginevra l’ottantanovesima edizione del Salone dell’Auto, il più importante festival internazionale dedicato alle quattro ruote. All’interno della manifestazione un ruolo di primo piano lo stanno occupando i veicoli elettrici ed ibridi. Nel panorama delle industrie automobilistiche la svolta ecologica è testimoniata dal sempre maggior numero di veicoli elettrici prodotti ed immessi sul mercato dalle principali case di produzione. Insomma, il veicolo elettrico non è più una prerogativa della Tesla del visionario Elon Musk.

Tra le prime 10 case di produzione a livello mondiale l’ottavo posto è occupato da FCA, che si trova però in palese ritardo rispetto ai suoi principali competitors. Al momento, infatti, il gruppo non ha sul mercato alcun modello elettrico né ibrido. L’ex ad Sergio Marchionne solo nel 2018 aveva aperto all’elettrico, ipotizzando che entro il 2025 meno della metà delle auto costruite sarebbero state alimentate interamente a benzina o diesel. Tuttavia è solo nell’ultimo piano industriale presentato dal nuovo amministratore delegato Mike Manley che si vede un primo cambio di rotta. Saranno 5 i miliardi di euro che la casa automobilistica è pronta ad investire nelle sue fabbriche italiane di Melfi, Mirafiori e Termoli. Nella prima sarà prodotta la nuova Fiat 500 interamente elettrica, che verrà lanciata sul mercato probabilmente nel 2020, mentre nella seconda si produrrà la nuova Jeep Renegade ibrida. Anche Termoli si concentrerà sullo sviluppo di auto elettriche.

Gli investimenti di FCA impallidiscono però se messi a confronto con quelli pronti ad essere stanziati da altre case automobilistiche. In Germania, ad esempio, Volkswagen (casa al centro del recente scandalo “dieselgate” sulle emissioni truccate) è pronta ad investire nei prossimi 5 anni ben 44 miliardi di euro. La Bmw ha dichiarato invece che entro il 2025 lancerà sul mercato 25 nuovi modelli elettrificati, di cui il 100% elettrici. A fare la parte del leone nel settore è l’alleanza stretta da Renault e Nissan, le quali hanno messo sul piatto ben 66 miliardi di dollari da spendere nei prossimi anni, mentre entro il 2022 lanceranno 20 nuovi modelli elettrificati (di cui 8 interamente elettrici).

Il crescente interesse delle cause automobilistiche per le auto elettriche ha trovato riscontri anche tra i consumatori, con un mercato in rapidissimo aumento. Gli ultimi dati sulle vendite sono del 2017, anno in cui sono state vendute a livello mondiale 1,2 milioni di vetture elettriche (di cui circa 580mila completamente elettriche), ben il 57% in più rispetto all’anno precedente. Secondo le prime stime il trend sarà confermato anche nel 2018. Il mercato più importante è rappresentato dalla Cina, dove sono stati venduti ben 580 mila veicoli: il Dragone asiatico dimostra di puntare forte sull’economia green  (dato dimostrato anche dal taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2005, obiettivo raggiunto con ben 2 anni di anticipo).

L’Europa è nel complesso il secondo mercato con circa 300mila veicoli venduti. Tra i Paesi del Vecchio Continente, Norvegia e Germania sono i primi della classe sia per numero di veicoli venduti sia per le infrastrutture di e-mobility. Addirittura in Norvegia un veicolo su due è elettrico. Seguono Inghilterra e Francia che insieme ai primi due rappresentano il 70% del mercato elettrico europeo.

L’Italia è indietro anche da questo punto di vista. Nel nostro Paese, infatti, secondo gli ultimi dati del 2017, i veicoli elettrici sono solo 13.000, di cui poco più di 4.000 venduti nello stesso anno, numero che rappresenta solo lo 0,24% del parco veicoli in circolazione. Anche sul piano infrastrutturale i dati non sono eccellenti. Secondo le stime (sempre riferite al 2017) in Italia le stazioni di ricarica sono circa 3.000. Anche nel Belpaese però il mercato è in fermento, con le vendite e gli investimenti che segnalano una crescita costante.

L’elettrico rappresenta senza dubbio il futuro del settore automobilistico anche in un’ottica di riduzione delle emissioni globali di CO2, il cui 13% circa è imputabile proprio ai veicoli automobilistici. Bisogna perciò sperare che il nostro Paese inizi ad investire con maggior coraggio sull’e-mobility con l’obiettivo di raggiunger i nostri più virtuosi partners  europei.