SEN, l’Italia e la sfida delle rinnovabili

Nel 2018 l’Italia ha conseguito l’obiettivo fissato nella Strategia Energetica Nazionale del 2013, con il 34% dei consumi di energia elettrica coperti da impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili.

Traguardo raggiunto nonostante la flessione rispetto al 2017, che ha riguardato tutti i settori ad eccezione dell’idroelettrico (nel 2018 aumentato dell’8%, anche a causa della cronica mancanza di piogge dell’anno precedente, considerato dagli esperti l’anno più siccitoso nel nostro Paese degli ultimi due secoli). Il calo di produzione ha fatto registrare i seguenti dati: -7,1% per il solare fotovoltaico, provocato dalle sfavorevoli (ma congiunturali) condizioni di irraggiamento (una tale involuzione non modifica il quadro generale, ampiamente positivo vista la grande crescita del settore, che è passato dai 3,5 GW del 2010 ai 20 del 2018); -1,5% per le fonti geotermiche; -1,2% per le bioenergie; -0,1% per l’eolico.

Nel 2018 il gas naturale ha rappresentato il 45% della produzione totale di elettricità in Italia. Tra le fonti rinnovabili, invece, l’energia idroelettrica si è classificata al primo posto, coprendo il 16% della produzione totale, seguita da biomassa ed energia solare.

Oggi il mercato italiano delle rinnovabili è guidato dalla Strategia Energetica Nazionale 2017, che stabilisce la nostra politica energetica per il periodo 2020-2030, volta a favorire la piena decarbonizzazione del Paese (che dovrebbe essere raggiunta nel 2025), fissando come obiettivo per il 2030 un consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili pari al 55% di quello totale.

Per perseguire tale strategia sia l’eolico che il solare dovranno raggiungere la parità di rete e non necessitare più di sostegno. Si prevede che gli accordi per l’acquisto di energia a lungo termine dovranno guidare la diffusione di rinnovabili su larga scala dopo il 2020, ma il governo non ha ancora specificato la progettazione del nuovo regime di sostegno rinnovabile. Al fine di ridurre il consumo di energia di 9 milioni di tonnellate di petrolio equivalente tra il 2021 e il 2030, si sta prendendo in considerazione l’introduzione di una tassa per incentivare l’uso dei veicoli meno inquinanti e di quelli completamente elettrici.

La nuova Strategia Economica Nazionale mira inoltre a ridurre il divario tra i prezzi finali dell’elettricità italiana ed i mercati europei. Essa prevede che questo obiettivo sarà raggiunto riducendo il costo medio delle rinnovabili e allineando i costi del gas naturale attraverso un corridoio di liquidità con l’Europa nord-occidentale. La piena liberalizzazione dei mercati finali e la progressiva riduzione dei diritti di sistema contribuiranno al raggiungimento di questo obiettivo.

Di non minore importanza, nel 2019 la Commissione Europea ha dato il via libera al Decreto sui nuovi incentivi alle rinnovabili elettriche, che propone gare neutre organizzate in gruppi tecnologici con in totale 6,2 GW di capacità su larga scala e 1,8 GW di capacità su scala residenziale e commerciale. Si tratta di un piano di aiuti finanziari da 5,4 miliardi di euro fino al 2021, stanziato dall’Italia a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (tra cui eolico terrestre, solare fotovoltaico, idroelettrico e gas residuati dai processi di depurazione).

Marco Schirripa