PA e Covid-19, perché è necessario far ripartire i concorsi pubblici

Per quasi un ventennio l’Italia ha attuato il blocco (prima parziale e poi totale) del turn over nella Pubblica Amministrazione, al fine di ottemperare ai vincoli di bilancio. Il blocco ha impedito alla PA di sostituire i dipendenti pensionati con nuovi assunti, causando vere e proprie voragini.

A causa della carenza di personale, la macchina amministrativa dello Stato si è, se non bloccata, inceppata. Le politiche di risparmio della spesa, iniziate nei primi anni del nuovo millennio con il governo Berlusconi II, si sono ulteriormente irrigidite dopo lo scoppio della crisi finanziaria, con il governo Monti che ha stabilito lo stop al turn over fino al 100%. Ciò ha significato in concreto l’impossibilità tout court di rimpiazzare i dipendenti che si pensionavano.

Questi circa 20 anni di politiche di risparmio hanno condotto l’apparato statale, centrale e periferico, in una fisiologica e drammatica carenza di personale. Secondo il Forum della Pubblica Amministrazione, al 2019 gli impiegati necessari per tornare ad una dotazione organica ideale sarebbero circa 250 mila. Tra i settori più martoriati vi sono, paradossalmente, quelli fondamentali per il corretto funzionamento dello Stato e l’erogazione dei servizi essenziali al cittadino: sanità (dove mancano all’appello circa 80 mila dipendenti), sicurezza, scuola ed apparato amministrativo degli enti locali.

Non deve perciò stupire che, terminati gli anni di blocco del turn over, tra i principali impegni programmatici assunti dai due ministri per la PA nell’attuale Legislatura (prima la Bongiorno e, attualmente, la Dadone) vi sia stata l’indizione di un numero straordinario di concorsi pubblici. L’esigenza è ancor più sentita dopo l’attuazione di “quota 100”, grazie alla quale, si stima, potrebbero uscire dalla Pubblica Amministrazione 100 mila dipendenti l’anno fino al 2021. In particolare, lo scorso novembre il ministro Dadone ha annunciato un piano straordinario per assumere fino a mezzo milione di pubblici dipendenti nei prossimi 3 anni. In particolare, nelle ultime leggi di stabilità si è andati anche oltre il mero turn over: viene prevista infatti per gli enti locali più “virtuosi” dal punto di vista del bilancio la possibilità di assumere in surplus rispetto al numero di fuoriusciti per pensionamenti.

Questo vasto piano di rianimazione della PA deve però fare i conti con l’emergenza Covid-19. A partire da febbraio e fino a metà maggio sono state sospese tutte le procedure concorsuali in atto. Ma v’è di più. Non ci si vuole riferire qui alle problematiche di bilancio che la pandemia causerà alle casse dello Stato ma ad un problema altrettanto dirimente. L’art. 97 co. 3 della Costituzione impone che “agli impieghi nelle Pubbliche Amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”, procedura concorsuale finalizzata e strutturata in modo da garantire i principi di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza. Tradotto in termini pratici, questo significa che le procedure concorsuali si svolgono riunendo tutti i candidati nello stesso giorno e nello stesso luogo per lo svolgimento delle prove (o al più, in caso di alto numero di partecipanti, dilazionando le prove su più giorni).

Come potranno tali procedure essere espletate in un periodo in cui occorre mantenere il distanziamento sociale ed il divieto di assembramenti al fine di garantire la salute pubblica? Il problema è di non poco conto. Pochi giorni fa il ministro Dadone ha dichiarato che le assunzioni di pubblici dipendenti riprenderanno il prima possibile e nel pieno rispetto della salute di candidati e lavoratori. Sono dunque allo studio modalità di svolgimento delle procedure concorsuali in linea con tali necessità.

L’ampio programma di assunzioni nella PA rappresenta l’unico modo per ammodernare ed efficientare l’apparato amministrativo statale. La drammatica lentezza della burocrazia italiana rappresenta infatti un grave danno all’economia e si traduce spesso, purtroppo, nel diniego di garantire servizi necessari ai cittadini. Il nostro Paese merita un apparato amministrativo all’altezza e coloro che aspirano a farne parte hanno il diritto di conoscere il prima possibile tempi e modalità dei concorsi.